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La nuova disciplina del Whistleblowing in Italia

Il recente D.Lgs 24/2023 ha recepito in Italia la cosiddetta Direttiva UE Whistleblowing (n.1937/2019), relativa alla tutela dei soggetti che segnalano condotte illecite nell’ambito del contesto lavorativo. Si tratta, fra l’altro, di istituire efficienti meccanismi di segnalazione idonei a tutelare i segnalatori. Questi nuovi obblighi spettano alle imprese con un numero di dipendenti pari o superiore a 50, oppure alle imprese che, a prescindere dal numero di dipendenti, operano in determinati settori individuati dalla normativa.
Le aziende che impiegano tra 50 e 249 lavoratori subordinati beneficiano però di un ulteriore periodo per conformarsi, entro il 17 dicembre 2023.

Trasposizione della Direttiva Omnibus: quale disciplina e sanzioni per i professionisti che offrono beni a prezzi ridotti sul mercato online italiano e francese?

Trasposizione della Direttiva Omnibus: quale disciplina e sanzioni per i professionisti che offrono beni a prezzi ridotti sul mercato online italiano e francese?

Tardivamente recepita in Italia (nel marzo 2023 con il D.lgs. n.26), la direttiva Omnibus (2019/2161) prevede nuovi obblighi a carico del professionista che offre prodotti a prezzo ridotto, lasciando però diversi elementi alla discrezione degli Stati membri. Chi vende prodotti oltre i confini nazionali (anche online), deve uniformarsi sia alla disciplina italiana che degli altri paesi membri.

CGUE, Repsol, C-25/21, 20 aprile 2023: L’ampio valore probatorio della decisione di un’autorità nazionale garante della concorrenza davanti al giudice civile

CGUE, Repsol, C-25/21, 20 aprile 2023: L’ampio valore probatorio della decisione di un’autorità nazionale garante della concorrenza davanti al giudice civile

Il 20 aprile 2023 la CGUE ha emesso una sentenza relativa al valore probatorio delle decisioni delle autorità nazionali della concorrenza nelle azioni civili. I giudici europei hanno colto l’occasione per confermare sostanzialmente il proprio orientamento sull’ambito di applicazione temporale della Direttiva Danni, pur scegliendo un punto di partenza diverso da quello utillizato dall’Avvocato Generale Pitruzzella e dalla stessa Corte nel caso Volvo.

Codici etici delle multinazionali: giuridicamente vincolanti o mera strategia di marketing? Sguardo comparativo US/Europa

Codici etici delle multinazionali: giuridicamente vincolanti o mera strategia di marketing? Sguardo comparativo US/Europa

Di fronte ad esigenze etiche e di sostenibilità sempre più elevate del consumatore rispetto ai prodotti che acquista, la maggior parte delle imprese, soprattutto multinazionali, pubblica i cosidetti “codici etici”, strumento di autoregolazione. Ma il loro carattere volontario solleva la questione del valore giuridico attribuibile ad essi, soprattuto

Ma cosa succede se l’impresa stessa viola il proprio codice interno?

CEDU: “Il diritto all’umorismo non consente tutto” e, in particolare, non la trasmissione di sequenze sessiste e omofobe in un programma di divertimento

CEDU: “Il diritto all’umorismo non consente tutto” e, in particolare, non la trasmissione di sequenze sessiste e omofobe in un programma di divertimento

La libertà di espressione, pietra angolare di ogni società democratica, si giova sia di idee “inoffensive” che di quelle che “offendono, scioccano o disturbano”. Ma fino a dove può arrivare? La CEDU ha stabilito, con sentenza emessa il 9 febbraio 2023 (ricorsi n. 58951/18 e 1308/19, caso C8 contro Francia), che l’omofobia e il sessismo – seppure in un programma di puro divertimento – superano i limiti della libertà di espressione.

Criteri di collegamento europei in materia di diffamazione online e “SLAPP”: una minaccia crescente alla libertà di espressione

Criteri di collegamento europei in materia di diffamazione online e “SLAPP”: una minaccia crescente alla libertà di espressione

Il 23 febbraio il Comitato economico e sociale europeo ha espresso il proprio parere sulla proposta di direttiva europea relativa alle liti temerarie (“SLAPP”). Raccomanda tra l’altro la possibilità per il convenuto di riunire i diversi procedimenti presso lo stesso tribunale. Ciò solleva interrogativi sulle norme europee di competenza in materia di diffamazione online, che tendono a lasciare la porta aperta al forum shopping, a scapito delle vittime di SLAPP.

Apple multata per 2 milioni di euro dai giudici francesi per abuso di dipendenza economica, cosa cambierà col DMA?

Apple multata per 2 milioni di euro dai giudici francesi per abuso di dipendenza economica, cosa cambierà col DMA?

Tribunale di Commercio di Parigi: l’ex articolo L442-6, I, 2° del Codice di commercio francese costituisce una norma di applicazione necessaria che proibisce ai giganti di Internet, fra l’altro, di sottoporre un partner commerciale a contratti di adesione comprendenti clausole abusive, cioè che creano un significativo squilibrio. Il tribunale condanna Apple ad una multa di 2 milioni di euro, senza tuttavia pronunciare un’ingiunzione di cessare le prassi controverse, visto che il DMA prevede già un riequilibrio di siffatti contratti.

L’amministratore del blog, complice della diffamazione online (sentenza n. 45680, Corte di Cassazione italiana,Sezione V penale, pubblicata il 1° dicembre 2022)

L’amministratore del blog, complice della diffamazione online (sentenza n. 45680, Corte di Cassazione italiana,Sezione V penale, pubblicata il 1° dicembre 2022)

Concorre al reato di diffamazione aggravata sotto il profilo dell’offesa arrecata “con qualsiasi altro mezzo di pubblicità” ai sensi dell’articolo 595 comma 3 c.p. l’amministratore di un blog che, una volta a conoscenza di una pubblicazione anonima diffamatoria sul proprio blog, non si è adoperato per rimuoverlo. Questo caso è l’occasione per riflettere sulla soluzione francese di fronte a fatti analoghi.

La CGUE afferma la responsabilità diretta degli gestori di piattaforme di vendita online nella causa Louboutin contro Amazon

La CGUE afferma la responsabilità diretta degli gestori di piattaforme di vendita online nella causa Louboutin contro Amazon

Ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento UE 2017/1001, il titolare di un marchio UE può vietare a terzi di usare un segno identico o simile al proprio marchio per prodotti o servizi identici o simili a quelli per i quali il marchio è stato registrato. Ma tale divieto si applica anche ai gestori di marketplace online come Amazon, i quali non sono direttamente all’origine della contraffazione, ma le fanno apparire sul proprio sito? Portando in primo piano la percezione dell’utente normalmente informato e ragionevolmente attento, la CGUE risponde positivamente in questa sentenza emessa nel novembre 2022.

Quali tutele per i lavoratori impatriati in Italia?

Quali tutele per i lavoratori impatriati in Italia?

Nell’ambito del suo contratto di lavoro, una persona può essere richiesta di svolgere temporaneamente le sue mansioni in un altro Stato membro dell’UE. Tale contratto rimane in linea di principio soggetto alla legge del paese d’origine ai sensi del Regolamento Roma I, ad eccezione di un “nocciolo duro” di norme inderogabili provenienti dallo Stato membro ospitante.

Cartello dei camion: la Corte di giustizia chiarisce i termini di prescrizione dell’azione di danno e i confini dell’applicabilità della presunzione di danno

Cartello dei camion: la Corte di giustizia chiarisce i termini di prescrizione dell’azione di danno e i confini dell’applicabilità della presunzione di danno

L’applicazione temporale della direttiva 2014/104 relativa alle azioni per il risarcimento del danno per violazioni del diritto della concorrenza ha dato nuovamente filo da torcere alla Corte di giustizia dell’Unione europea, che si è pronunciata nel luglio 2022 in una sentenza Volvo e DAF Trucks. La posta in gioco è alta, poiché più ampiamente si applica la direttiva nel tempo, più facile sarà per l’attore dimostrare l’esistenza e l’ammontare del suo danno.

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