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Per quanto riguarda le imprese familiari, l’articolo L121-4 del Codice commerciale francese suggerisce all’imprenditore di dichiarare il proprio coniuge, la persona con chi ha celebrato un’unione civile o il convivente in uno dei seguenti tre status: coniuge collaboratore (per un massimo di 5 anni), dipendente o socio. In assenza di scelta da parte dell’imprenditore, si applica lo status di lavoratore dipendente. Ai sensi degli articoli L121-6 e L121-7 dello stesso codice, il coniuge collaboratore è avvantaggiato poiché ha il potere di rappresentare la società nei confronti di terzi.

Si può fare un confronto con la tutela prevista dall’articolo 230 bis del Codice civile italiano, che si applica non solo al coniuge (compresi il convivente e le parti dell’unione civile, con la legge del 20 maggio 2016, n.76), ma anche ai parenti dell’imprenditore entro il terzo grado e agli affini entro il secondo. Anche il tipo di attività incluse sembrano essere più ampie: si può trattare sia di un’attività di lavoro svolta all’interno dell’impresa, che di un lavoro domestico svolto all’interno della famiglia che consente quindi al coniuge imprenditore di risparmiare tempo e di dedicarsi totalmente alla sua impresa. (Corte di cassazione, sentenza n. 1107/1998). Qual è il contenuto della tutela offerta dell’articolo 230 bis ai parenti che rientrano nel suo campo di applicazione? Hanno il diritto, in proporzione al lavoro prestato, di partecipare agli utili dell’impresa, ai beni acquistati con essi ed agli incrementi dell’azienda. Possono inoltre partecipare a certe decisioni relative alla gestione dell’impresa, in particolare riguardo alla gestione straordinaria, fra l’altro. Tuttavia, siffatta partecipazione alle decisioni straordinarie non è aperta al convivente di fatto, ai sensi dell’articolo 230 ter.

In breve, l’Italia prevede una tutela automatica per la famiglia dell’imprenditore, senza che sia necessaria una dichiarazione, mentre nel diritto francese, in assenza di dichiarazione, si applica semplicemente lo status meno protettivo di lavoratore dipendente. La legge italiana ha creato uno status ibrido per la famiglia dell’imprenditore, tra quello del dipendente (dato che riceve uno stipendio) e del socio (perché partecipa agli atti di gestione).

Marco Amorese

Jeanne Deniau